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Il mio periodo in Cina senza glutine

Il presidente Giusy Grosso in Cina

Trascorrere un periodo della mia vita in Cina è stata un’esperienza che mi ha arricchita sotto molti punti di vista, ma che mi ha anche fatto riflettere su quanto siano importanti il lavoro di sensibilizzazione sulla celiachia e l’accessibilità che abbiamo in Italia grazie all’Associazione Italiana Celiachia.

In Cina, mangiare senza glutine è possibile, ma è molto limitato. Nei ristoranti in cui sono stata, l’attenzione alla contaminazione è stata impeccabile e questo mi ha permesso di sentirmi accolta. Tuttavia, l’offerta si è sempre fermata a piatti naturalmente privi di glutine: niente pane, niente dolci e nessuna alternativa che ti faccia sentire davvero incluso. Certo, non sono una grande amante dei dolci, ma non poter vedere un dolce senza glutine su una tavola o non avere la possibilità di scegliere un piatto tipico senza pensieri, ti fa sentire la differenza.

In Italia, la realtà è ben diversa, e questo grazie a chi lavora ogni giorno per sensibilizzare il mondo della ristorazione e creare una rete consapevole e inclusiva. L’ampia scelta di locali formati da AiC fa sì che, anche con una diagnosi di celiachia, tu possa sederti a tavola e sentirti parte di una tradizione, senza rinunce.

Il mio periodo in Cina è stato comunque speciale: scoprire nuovi sapori, abbracciare una cultura diversa e adattarsi alle situazioni è qualcosa che ti fortifica. Ma mi ha anche fatto apprezzare ancora di più il lavoro che c’è dietro a quella libertà di scelta che spesso, in Italia, diamo per scontata. È proprio questo che fa la differenza: non solo mangiare senza glutine, ma sentirsi davvero inclusi, ovunque e in ogni occasione.

Giusy Grosso 
Presidente di AiC Calabria

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