Tutto è iniziato a 5 anni: la prima palla da basket e la diagnosi di celiachia. Il pallone da basket me lo regalò mio padre, è sempre stato un grande appassionato.
È con lui che ho fatto i primi palleggi, è sempre con lui che ho iniziato a capirne i segreti. Nello stesso periodo però, come dicevo prima, inizia la mia storia di celiaco.
Adesso ho 14 anni e quella diagnosi di quasi 10 anni fa non mi sta impedendo di inseguire il mio sogno. Ho intrapreso un percorso sportivo che mi ha portato ad essere scelto tra i migliori 12 cestisti Under 15 nella Rappresentativa Calabria nel Torneo Nazionale Città di fondi (LT) e convocato tra i 12 atleti Under 15 nel Raduno Interregionale “Progetto Academy” tenuto dal coach A. Capobianco (Responsabile del Settore Squadre Nazionali Giovanili).
Non è stato sempre facile, c’è voluta responsabilità e sacrificio, impegno da far coincidere anche con un aspetto fondamentale nella formazione di un giovane: lo studio e tutto quello che comporta frequentare il Liceo Scientifico. Il “L. Da Vinci” di Reggio Calabria per l’esattezza.
Così come la prestazione sportiva va accompagnata da impegno, anche rispettare la dieta senza glutine implica consapevolezza. Per tutto questo, però, sono stato aiutato da AIC, alla quale i miei genitori mi hanno iscritto sin da subito, poiché il Progetto Alimentazione Fuori Casa e i costanti studi scientifici pubblicati sulla Rivista “Celiachia Notizie” sono un punto di riferimento per tutti i celiaci.
Mi sento fortunato di far parte della comunità di Aic e della Scuola Basket Viola di Reggio Calabria, persone fantastiche che non mi ha mai fatto pesare il fatto che fossi celiaco. I miei compagni di basket hanno da sempre adottato un comportamento impeccabile, avendo quelle attenzioni che fanno la differenza.
Pensate che una volta per festeggiare il mio compleanno mi hanno fatto trovare la torta senza glutine!
